Intervista a
Mauro-Rocchetti
dr. Mauro Rocchetti
Vice Presidente Nazionale Vicario ANDI

Dr. Rocchetti, in tema di contrasto all’abusivismo odontoiatrico, quali iniziative intende perseguire l’ANDI?
L’abusivismo in odontoiatria, fenomeno tutto italiano purtroppo, fortemente collegato al deprecabile aspetto del prestanomismo, è una problematica particolarmente sentita dalla nostra Associazione, tanto che già nel 1946 ANDI scriveva al Ministero della Sanità dell’epoca chiedendo un impegno contro tale fenomeno.
Negli anni, questo che è un vero reato – che danneggia l’immagine della nostra professione, la salute orale degli italiani e le casse dello Stato (gli abusivi non pagano le tasse!) – è andato paradossalmente consolidandosi trovando tra le pieghe delle normative nuovi modi di estrinsecazione. Si è passati dal classico modello dell’odontotecnico che apriva il “Laboratorio Dentistico” ed operava tranquillamente anche nelle bocche dei pazienti, al collega medico e/o odontoiatra che “prestava” il nome aprendo uno studio odontoiatrico a proprio nome appunto, facendovi poi lavorare l’abusivo, alle più complesse organizzazioni in strutture di servizio o societarie, anche di capitali, con socio l’odontotecnico, nelle quali un compiacente e prezzolato collega, si fa per dire, permette manovre in bocca a soggetti non abilitati a farlo. Infine c’è la forma più subdola del fenomeno, difficilmente smascherabile, per la quale il dentista compiacente permette, a proprio vantaggio, che nel proprio studio l’odontotecnico compia alcuni atti nel cavo orale del paziente, come ad esempio impronte, prove, cementazioni. A tal proposito è bene evidenziare che gli odontotecnici, apprezzati ed insostituibili collaboratori dello studio odontoiatrico, iscritti alla Camera di Commercio ed inseriti in un particolare elenco ministeriale, si configurano da legge come “i fabbricanti” dei manufatti protesici che l’odontoiatra, abilitato per legge ad operare in bocca, commissiona tramite una specifica richiesta la “prescrizione”.
Nel tempo è rimasto costante ed immutato l’impegno di ANDI contro questo reato, ma la legge certamente non aiuta: l’articolo 348 del Codice Penale non tutela abbastanza, dato che punisce chiunque eserciti una professione con valenza giuridica (medico, odontoiatra, ingegnere, notaio, ecc.) senza esserne stato abilitato a norma di legge, quindi abusivamente, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da euro 103 a 516, una sanzione assolutamente irrisoria, che non produce alcun effetto pratico. Ritenendo non più procrastinabile un’azione legislativa seria e concreta che portasse ad un reale deterrente finalizzato a ripristinare la legalità ma anche a tutelare la salute dei cittadini, ANDI aveva proposto l’inserimento di un emendamento nel DDL Salute nel corso della precedente legislatura, che permettesse la confisca delle attrezzature e di ogni bene o strumento utilizzato a qualsiasi titolo per consumare il reato. La norma si applicava anche all’esercente la professione sanitaria che avesse prestato il proprio nome allo scopo di permettere il tentativo o la consumazione del reato, ma le ben note vicissitudini politiche con la caduta del Governo Berlusconi hanno lasciato al palo questa ed altre iniziative similari che ANDI aveva intrapreso. È nostra intenzione riprendere la via legislativa, ma anche operare attraverso campagne nazionali al fine di attivare l’attenzione dei media, che possono diventare un veicolo fondamentale di pubblicizzazione, e sensibilizzare sul problema la professione e la cittadinanza.

Indubbiamente molto bisognerà fare per incidere sull’opinione pubblica. Proprio su questo aspetto ANDI e Fondazione ANDI hanno di recente presentato una lodevole campagna di sensibilizzazione. Ce ne parli.
Va rilevato che l’abusivismo è prima di tutto un problema culturale, che investe sia i colleghi che ancora si prestano a favorire queste situazioni, che i pazienti, ed è anche in questa direzione che ANDI sta lavorando. Sfatiamo il vecchio concetto che chi si fa mettere le mani in bocca da personale non autorizzato lo faccia in modo inconsapevole, raramente questo capita, generalmente chi va dall’abusivo lo sa perfettamente! È difficile spiegare cosa spinga una persona ad affidare la cura della propria bocca, bene molto prezioso, ad un abusivo. Molto probabilmente si pensa di risparmiare o si minimizza l’importanza e la difficoltà di attuare prestazioni corrette ed in sicurezza. Spesso la TV, i media, parlano di falsi dentisti, ma questo non sembra intimidire personaggi loschi che, senza remore, si fanno chiamare “dottore”, prescrivono e somministrano farmaci, fanno radiografie, eseguono terapie conservative e protesiche e talvolta anche chirurgiche. È molto diffusa la mentalità che il “meccanico dei denti”, cioè l’odontotecnico, dato che costruisce le protesi sia più bravo del dentista, oltre che può costare meno. Quello del costo più basso è molto probabilmente uno degli aspetti fondamentali sul quale si crea e si mantiene l’abusivo! L’abusivismo va visto quindi non solo come reato, ma anche come pericoloso fenomeno sociale: rivolgendosi per le cure della bocca ad un finto dentista si mette a rischio la propria salute e tutelarla, oltre che favorirla, è uno degli obiettivi della Fondazione ANDI Onlus. Per questo ANDI ha ritenuto necessario dare vita, insieme alla sua Fondazione, ad una azione concreta che possa informare i cittadini non solo per mettendoli in guardia da chi cerca di truffarli, ma anche e soprattutto per sensibilizzarli sulla necessità di mantenere sana la propria salute orale, rivolgendosi a professionisti autorizzati e qualificati. Si è deciso per questo di attivare una importante campagna, dando vita nello scorso autunno, in collaborazione anche con la Civica Scuola di Cinema e Televisione di Milano, ad un contest per i giovani talenti al fine di realizzare uno spot innovativo sui temi dell’abusivismo in odontoiatria. Tra le numerose sceneggiature pervenute, una giuria composta da Gianfranco Prada, Presidente ANDI,  Giovanni Evangelista Mancini, Presidente della Fondazione ANDI Onlus e dagli esperti del settore video e della comunicazione, Nazarena Intino, Direttore di produzione Videotime Gruppo Mediaset, Pietro Sarubbi, attore, regista e docente della Scuola di Cinema e Televisione – Fondazione Milano e Saul Celora, consulente marketing e comunicazione, hanno scelto le cinque premiate. Qualità, ricerca, originalità e contemporaneità dell’opera sono stati i criteri che hanno animato la scelta della giuria, oltre chiaramente alla giusta e corretta valorizzazione della tematica. I video conseguentemente realizzati sono stati presentati e premiati a Milano durante un evento presso il museo del Novecento, le opere selezionate entreranno a far parte di un “contenitore artistico” per promuovere e valorizzare la prossima campagna ANDI contro l’abusivismo odontoiatrico: un’occasione unica in un territorio notoriamente chiuso a forme più originali di espressione artistica. È in fase di lancio la campagna di sensibilizzazione sociale, “culturale”, sui media locali e nazionali, che prevede varie attività e che dovrebbe toccare l’apice con la messa in onda nel prossimo autunno sulle reti Rai e Mediaset di uno degli spot vincenti del contest sull’abusivismo.

Discorso a parte merita invece la questione legata agli attacchi, spesso morbosi, perpetrati dagli organi di informazione ai danni della categoria. Cosa sente di dire a tal proposito?
Purtroppo la professione odontoiatrica paga ancora lo scotto di una immagine vecchia e desueta, che tra l’altro forse non è mai esistita! Si può affermare ormai senza ombra di dubbio che la nostra sia una categoria matura, eticamente cresciuta, sensibile alle esigenze e necessità della popolazione. Ricordo solamente due tra le varie campagne di prevenzione e sensibilizzazione che da anni vengono attuate: il Mese della Prevenzione Dentale, giunto quest’anno alla 33esima edizione e connotato ormai come il progetto di prevenzione per eccellenza, e l’Oral Cancer Day, la campagna che vuol cambiare l’approccio della professione e della cittadinanza verso una tematica molto importante e pericolosa, spesso non ben valorizzata, come quella delle patologie tumorali del cavo orale, per la quale i dentisti scendono in piazza “tra la gente per la gente”. Tutte attività che vengono svolte dai dentisti aderenti in forma volontaria e gratuita e che dimostrano come la libera professione, che da sempre è stata disponibile a sopperire alle gravi carenze esistenti nel pubblico, si occupi di garantire realmente le prestazioni essenziali ai cittadini che sono sempre più privi di risorse per le cure odontoiatriche (come ad esempio per l’Accordo per l’Odontoiatria Sociale con il Ministero della Salute per una serie di prestazioni a tariffe concordate ad alcune fasce di popolazione vulnerabili, che altrimenti non potrebbero accedere alle cure odontoiatriche).
Una categoria attenta anche ai vari obblighi, forse troppi, che la legge impone per un corretto esercizio professionale ed alla linee guida cliniche,  al fine di garantire prestazioni di qualità effettuate in assoluta sicurezza, per una odontoiatria anche di eccellenza che viene considerata tra le migliori al mondo.   Ricordo che circa il 94% delle prestazioni odontoiatriche sono effettuate in regime libero-professionale e che alla base di tutto c’è il  rapporto dentista-paziente che si deve basare sulla fiducia reciproca.
Si ritiene doveroso e sacrosanto il diritto di informazione e di cronaca dei media, ma tale diritto deve sempre esercitarsi in modo corretto e non sensazionalistico. Alcune notizie comparse recentemente su alcuni importanti quotidiani e in alcune trasmissioni televisive, non suffragate da reali fatti, mettendo in dubbio la professionalità dei dentisti italiani, vanno a minare proprio quel rapporto, instillando dei dubbi nei pazienti, spingendoli a ricercare alternative terapeutiche con reali rischi principalmente per loro stessi.
Come un intervento odontoiatrico diventa inutile e dannoso se fatto male, così un articolo giornalistico è inutile se non spiega correttamente un fatto o una notizia!

Vincenzo Marra