Intervista a
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Prof. Felice Festa
Presidente SIDO
(Società Italiana di Ortodonzia)

Professor Festa, la Società Italiana di Ortodonzia (SIDO) da lei presieduta dimostra una considerevole attenzione verso la formazione e l’aggiornamento dei professionisti.
Ci parli degli eventi targati SIDO, a cominciare dall’International Meeting da poco conclusosi, che caratterizzeranno questo 2013.

La formula di aggiornamento professionale prevista per quest’anno dalla SIDO è principalmente di carattere “pratico”, con particolare riguardo alle nuove tecnologie per i giovani ortodontisti. Il successo ottenuto al Join Meeting SIDO-SICOI svoltosi a Roma dal 21 al 23 marzo al Marriott, con quasi 800 presenze, sembra confermare questo trend della professione, sempre più rivolta ad “ottimizzare” con il lavoro in team, questa volta costituito dall’ortodontista e dal chirurgo orale e maxillo-facciale. Nei prossimi convegni, il primo dal titolo “SIDO joins Excellence”, la SIDO incontra un’eccellenza nel settore, il Prof. Ravindra Nanda, da poco, fra l’altro, Editor in Chief di Progress in Orthodontics, il quale farà un’upgrade dell’ortodonzia mondiale, e successivamente durante il Congresso Internazionale SIDO, che si terrà a Roma dal 7 al 9 novembre presso il Rome Cavalieri, si focalizzeranno aspetti terapeutici delle nuove tecnologie, come il 3D, gli allineatori, il surgery first, etc.

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Sempre durante l’International Meeting è stata testata la “cartella per e-consulting”, al fine di creare un network delle esperienze professionali, una sorta di studio virtuale, utile al confronto fra gli iscritti.
Vuole spiegarci meglio in cosa consiste?

Si tratta di una biblioteca virtuale, fatta di casi clinici trattati da soci SIDO, alla quale ogni socio – che magari nutre eventuali dubbi terapeutici – può accedere per verificare dal “vivo”, dalla pratica professionale, le diverse nuove opzioni di trattamento di casi simili a quelli di suo interesse.

Lei è anche Direttore Editoriale della rivista scientifica “Progress in Orthodontics”.
A proposito di evidence-based medicine in odontoiatria, sulle cui lacune spesso si discute, quali sono le sue riflessioni?

L’evidence-based orthodontics, nel caso specifico, è una scienza ancora giovane e le casistiche sono in molti casi ancora insufficienti numericamente e quindi dal punto di vista statistico scarsamente significative. Mancano inoltre spesso dati sul medio e lungo periodo che possano quantificare a sufficienza le recidive, ma in quelle patologie di specifico interesse ortodontico selezionate, nelle quali i numeri e i controlli a distanza sono sufficienti, ritengo sia uno strumento “necessario”, soprattutto nella proiezione futura, per orientare principalmente le nuove generazioni di ortodontisti. In questo settore mi sembra si debbano tenere in conto, in modo rilevante, anche gli studi “retrospettivi” sugli articoli di evidence-based orthodontics, che possono, anche a distanza di anni, con l’affinarsi della tecnologia, mettere in evidenza eventuali “buchi” nelle analisi, peraltro direi quasi inevitabili con l’avanzare della ricerca e dei nuovi metodi di analisi dei dati. 

Vincenzo Marra