Intervista a
prof. Filippo Graziani
Professore Aggregato – Università di Pisa
Honorary Clinical Lecturer – UCL, Londra
Responsabile Scientifico Progetto finanziato Ministero della
Salute-Regione Toscana “Periodontal disease as emergent systemic pathology”
Prof. Graziani, le evidenze scientifiche a proposito delle correlazioni esistenti tra malattie parodontali e patologie sistemiche parlano chiaro. Anche alla luce dei recenti studi realizzati in Italia e all’estero, quali sono i punti fermi e le certezze in tema di periomedicine?
La domanda mi permette di chiarire alcuni aspetti fondamentali della periomedicine. La parodontite, a causa della batteriemia frequente e delle alterazioni dell’infiammazione sistemica che provoca, è connessa all’etiopatogenesi di alcune importanti patologie sistemiche. Sempre più si riconosce in malattie croniche quali l’aterosclerosi, l’artrite reumatoide, il diabete il ruolo causale che potrebbero avere sia l’elevato livello di proteine infiammatorie, sia le infezioni batteriche croniche. Al momento è indubbia un’associazione, sia in termini di plausibilità biologica che epidemiologica, fra parodontite e alcune malattie sistemiche. L’associazione è molto accentuata per l’aterosclerosi e alcuni dismetabolismi (diabete, sindrome metabolica, obesità) anche se un eventuale rapporto di causalità non è ancora dimostrato. Altrettanto rilevanti sono le associazioni con altre patologie quali l’artrite reumatoide, il morbo di Alzheimer e le disfunzioni erettili. Dibattuta è invece l’associazione fra parodontite e patologie del nascituro. La terapia parodontale determina benefici significativi in termini di riduzione dell’infiammazione sistemica, dei livelli di stress e ansia del paziente, e della motilità vascolare. Inoltre, il dato più solido evidenziato nell’ultimo workshop EFP-AAP, è la riduzione del livello di emoglobina glicata, principale marker del metabolismo del glucosio, di circa lo 0,4 %. Tuttavia l’impatto di queste riduzioni sulla salute a lungo termine non è ancora conosciuto.
A suo parere, quali azioni bisognerebbe mettere in campo al fine di promuovere adeguatamente stili di vita sani tra la popolazione, a cominciare da una corretta igiene orale?
Le ultime indagini epidemiologiche evidenziano che la parodontite colpisce almeno il 47% della popolazione sopra i 30 anni, risultando pertanto una delle patologie più diffuse. La parodontite prevede sempre come quadro iniziale la gengivite, che, se controllata attraverso una meticolosa cura dell’igiene orale, bloccherebbe l’evoluzione della patologia. Le corrette metodiche d’igiene orale, quindi, sono alla base non solo di un buono stato di salute del cavo orale, ma potenzialmente potrebbero contribuire in parte anche alla salute generale. È necessario pertanto sensibilizzare, motivare ed educare la popolazione sull’importanza dell’igiene orale domiciliare e professionale fin dalla giovane età, anche attraverso campagne informative; a questo proposito un ruolo cruciale è rappresentato dall’odontoiatra e dall’igienista dentale. Inoltre, l’odontoiatra, attraverso una diagnosi precoce, dovrebbe intercettare le patologie gengivali al loro nascere e pianificare un trattamento mirato per arrestare la loro evoluzione.
Infine, cosa auspica riguardo alla ricerca scientifica in ambito di periomedicine?
Il trattamento parodontale, in particolare la fase non chirurgica, comporta la riduzione di alcuni parametri d’infiammazione sistemica, questo è assodato.
Il compito della ricerca clinica è, oggi, quello di osservare se, e quanto, la terapia parodontale in un soggetto a rischio di sviluppare patologie sistemiche (fumatore, soggetto con obesità, ecc.) riduca i nuovi casi di malattia. Sulla base di questo prospetto ho ottenuto un finanziamento da parte del ministero della Salute e della Regione Toscana per istituire il percorso diagnostico-terapeutico in “Parodontologia, Alitosi e Medicina Parodontale” presso l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana (www.periomed.org). Lo scopo del percorso è quello di trattare in ambito multidisciplinare soggetti che presentano più patologie sistemiche oltre alla parodontite, e monitorare l’eventuale comparsa di patologie nei soggetti sani.
Vincenzo Marra