Intervista a
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dr. Pasquale Bressi
Amministratore Delegato
di BBR INTERNATIONAL
Direttore del Centro Ricerche
e Studi Comportamentali

Dr. Bressi, a proposito di odontofobia, quali sono i comportamenti e gli approcci psicologici che dentista e team dovrebbero adottare per rendere più agevole e meno traumatico il percorso di cura di ciascun paziente?
Credo che il primo tema da affrontare sia quello legato all’identificazione del paziente odontofobico. L’utilizzo di un questionario mirato a capire se sussiste paura da parte del paziente, al quale far seguire un approfondito colloquio, aiuta ad identificare se la persona presenta problemi di ansia e il livello conseguente. In casi di “fobia” l’intervento di uno psicologo o psicoterapeuta può aiutare. Anche l’utilizzo di farmaci ansiolitici, sotto osservazione medica e in casi specifici, può dare contributi positivi.
Contrariamente, empatia, fiducia, ambiente luminoso e rilassante, trattamento “soft” e non stressante, comunicazione trasparente e rassicurante aiutano a far superare al paziente la paura dalla quale è pervaso.

Psicologia delle organizzazioni applicata allo studio odontoiatrico: quali sono le regole e le dimensioni che sovrintendono al rapporto medico-collaboratore?
L’organizzazione è fatta di persone. E come nelle aziende penso che ogni studio odontoiatrico di qualsiasi dimensione debba fornirsi di Visione, Missione, Valori, Competenze e Comportamenti “chiave”.
Questi devono essere richiesti e vanno fatti “agire” ai propri collaboratori. La dimensione che definisce il successo dello studio e soprattutto il miglioramento delle performances sta nell’attivazione e nell’alta intensità di frequenza dei comportamenti ritenuti di “valore”, in coerenza con le competenze richieste: siano esse tecnico–realizzative, gestionali o relazionali. Questo da parte di tutti gli attori implicati, vale a dire medici e collaboratori.

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Gestione del personale, rapporti e comunicazione interpersonali, dinamiche di gruppo, leadership, sono tutti fattori che influenzano in misura diversa l’assetto organizzativo-gestionale dello studio dentistico. Vuole spiegarci meglio come interagiscono tali logiche?
Il tema è la coerenza tra la strategia di “business” (ogni studio è una piccola azienda) e il comportamento “agito” dalle persone interne al medesimo, in un momento economico esterno particolarmente delicato.
Infatti, la gestione ottimale della “quotidianità” è fondamentale e rappresenta la più intensa area di possibile crescita.
I comportamenti “qualificanti” e la loro attivazione in coerenza con gli obiettivi quali/quantitativi da raggiungere saranno gli elementi vincenti.
L’assetto organizzativo–gestionale dipende da una “ NUOVA LEADERSHIP” incentrata sulla capacità di far muovere e crescere la specifica organizzazione, forte nell’innovazione, nel sostegno e nell’accompagnamento delle proprie persone, basata sull’eccellenza e sulla trasformazione che dovrà prevedere rapidità e flessibilità, azione, determinazione alla risoluzione di qualsivoglia problema e gusto per la sfida.

Da parte dell’odontoiatra, saper implementare la motivazione all’interno del suo team equivale a favorire un maggiore benessere e vantaggio per lo studio stesso, concorda?
Ingaggio, Consenso e Motivazione delle persone. Il successo passa soprattutto tramite tali concetti.

Vincenzo Marra